Coupure de presse

Altrisuoni

par Massimiliano Busti in Blow Up #191 (Italie), 1 avril 2014 à propos de Le lait maternel [5135]

La grazia, la leggerezza della musica di Lepage sono frutto di una perfetta sintesi fra vena melodica e ricerca timbrica, ideale rappresentazione di quella scena che a Montreal da oltre trent’anni continua a produrre nuovi talenti e lavori di spessore. Il bestiario da lui narrato in Canard Branchu si sviluppa attraverso una serie di composizioni flessuose e articolate in cui elementi di jazz notturno e sofisticato (Rainettes à la brunante), spirali di organo che volteggiano in balli inebrianti (Fondation: d’où venons-nous?), intermezzi per clarinetto solista (Les pipeurs de sable) e miniature di maestosa bellezza offuscate da un impercettibile trattamento elettronico (Le pelleteur de nuages) compongono un quadro policromatico assimilabile ai lavori pubblicati da Frith per la Ralph Records all’inizio degli anni ‘80.

La stessa straordinaria poliedricità contraddistingue anche Le Lait Maternel, un ideale percorso attraverso tutto ciò che nella tradizione americana ha ispirato la scrittura dell’autore fra folk, gospel, bluegrass, repertorio orchestrale e bandistico, jazz, rock ed elettronica. La sezione iniziale dell’album si compone di cinque brani venati di ironia, ambientazioni lounge da ologramma (Le Robert du bungalow), twist scanzonati e bagliori sixties (Le Rock du bungalow), poi il tono cambia registro passando in rassegna minimalismo (Dépassements de coûts au bureau), l’elettronica di Perrey & Kingsley (Le Mangeur de gazon), blues (L’Avenue Charles Ives), ambientazioni notturne da soundtrack lynchiana (Milles feuilles) e una commovente melanconia che richiama alla mente Rota e Morricone (Un Choral appalachien, prise I). Classe superiore e grandissima inventiva: una meraviglia.

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